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EMANCIPAZIONE

Nel diritto romano, istituto giuridico in base al quale il figlio, o lo schiavo, usciva dalla tutela del pater familias e costituiva un proprio nucleo indipendente. Nel diritto italiano, in senso stretto, riconoscimento di una precisa capacità d'azione al minore di 18 anni. In senso più generale, i movimenti per l'emancipazione sorsero, in Europa, sull'onda delle rivendicazioni dei diritti fondamentali avanzate dalla Rivoluzione francese, in particolare da parte dei ceti popolari, delle donne (movimenti femminili) e più in generale delle minoranze oppresse (religiose, etniche ecc.). Non a caso, il movimento di emancipazione femminile acquistò allora consapevolezza e in seguito a essa si aprirono le grandi questioni dell'emancipazione etnica e religiosa in vari paesi del mondo. In Italia nel marzo del 1862, nacque l'Associazione emancipatrice italiana. Fondata dai democratici desiderosi di affermare il principio di nazionalità liberando Roma e Venezia, l'organizzazione aveva, tuttavia, anche due rilevanti obiettivi politico-sociali: l'uguaglianza dei diritti politici in tutte le classi e il concorso delle armi cittadine nel promuovere e assicurare la unità e la libertà della patria. L'Emancipatrice, sciolta d'autorità durante la crisi di Aspromonte (estate 1862), condensava, dunque, nel suo programma un impulso tanto all'emancipazione intesa come aspirazione irredentistica, quanto all'emancipazione più propriamente politica e sociale delle classi inferiori, quella che il nascente movimento operaio avrebbe fatto propria nei decenni a venire.